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sabato 5 febbraio 2011

La simbologia di Sant'Antonio Abate

 
In Oriente, come in Occidente ha avuto un ruolo fondamentale nella storia e nella cultura il monachesimo che assume ovviamente connotazioni diverse.
In oriente il monachesimo è soprattutto meditazione e si distingue in cenobitismo ed anacoretismo,mentre in Occidente prende sopravvento la regola di San Benedetto da Norcia ispirata al motto ora et labora.
Qui non intendiamo addentrarci nella storia del monachesimo, ma soltanto incentrare l’attenzione su Sant’ Antonio Abate, il monaco taumaturgo per antonomasia.
Antonio nacque a Coma in Egitto  intorno al 251.Figlio di agiati agricoltori cristiani, abbandonò le agiatezze e seguì la vita solitaria che già altri anacoreti facevano nei deserti attorno alla sua città, vivendo in preghiera, povertà e castità.
La sua iconografia è molto ricca. E’ rappresentato come un vegliardo con lunga barba bianca e saio da anacoreta, nel deserto sempre nell’atto di subire le tentazioni del deserto (riquadro centrale del trittico di Bosch)
Attributo principale di Sant’Antonio Abate  è la gruccia a forma di T detta croce di Sant’Antonio molto diffusa in Egitto e tra i Copti.
Un altro attributo è il porcellino con una campanella che accompagna sovente nell’iconografia il Santo.  
Il grasso del porcellino in epoca posteriore  fu utilizzato dai monaci antoniani nel XI secolo ad arles in Francia per curare i malati di Herpes Zoster ( il popolare fuoco di Sant'Antonio)
Sant'Antonio  è considerato comunque il protettore di tutti gli animli domestici e non solo del maiale.

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